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Termine Minimo di Conservazione (TMC) e data di scadenza.

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Chiarimenti ed esempi alimentari del Termine Minimo di Conservazione e dell’indicazione delle date di scadenza.

La maggior parte dei consumatori equipara il termine “Termine Minimo di Conservazione (TMC)” alla “Data di scadenza”. In realtà le due diciture sono sostanzialmente differenti e rappresentano, anche legalmente, due casi indipendenti.

Il TMC o termine minimo di conservazione, comunicato spesso con la frase “Da consumarsi preferibilmente entro ..” rappresenta un intervallo di tempo (variabile da 3-6 mesi sino a oltre 2 anni) che viene stabilito da ogni azienda in relazione alla qualità delle materie prime, alla merceologia, al trattamento industriale e al sistema di confezionamento. Nel tempo indicato come conservazione ottimale, il produttore si impegna a garantire il mantenimento delle caratteristiche nutrizionali e organolettiche del prodotto.

Trascorso il tempo minimo di conservazione indicato, l’alimento entra nel periodo in cui, pur mantenendo le proprie caratteristiche in merito alla sicurezza igienico sanitaria, può variare la sue qualità organolettiche.

La decadenza organolettica del prodotto varia anche in relazione alle condizioni di mantenimento, tanto più si osserveranno le normali condizioni di stoccaggio, tanto più il prodotto manterrà le proprie caratteristiche organolettiche e caratteristiche qualitative.

Va ricordato comunque che il termine minimo di conservazione o TMC non rappresenta una data di scadenza come pensa la maggior parte delle persone, ma a un’indicazione, questo significa che una volta oltrepassato il termine temporale indicato, gli alimenti sono ancora commestibili, ma andranno incontro progressivamente ad un lento decadimento nutrizionale e organolettico.

La data espressa su questi prodotti rappresenta quindi un valore indicativo e il consumo posticipato non rappresenta un rischio per la salute, anche se vale la pena valutare con attenzione i singoli casi.

Di seguito proponiamo un riassunto dei principali alimenti di uso comune e le indicazioni sulla consumazione degli alimenti anche dopo il termine minimo di conservazione.

Tabella Termine Minimo Di Conservazione 1024x457

(**)Indicazioni valide per prodotti confezionati non aperti e conservati correttamente in ambiente asciutto e non esposti al sole

Va comunque ricordato che parallelamente al decadimento dei valori nutrizionali ed organolettici, il prodotto è progressivamente esposto a rischi di contaminazione microbica e quindi nel tempo può rappresentare un rischio per la sicurezza alimentare. Un esempio possono essere i vegetali sott’olio come carciofini, funghi… (TMC 18-24 mesi), conviene in questo caso, rispettare l’indicazione di consumo preferenziale in quanto le spore anaerobiche potrebbero essere ancora attive. Un rischio ancora maggiore è rappresentato dalle conserve vegetali “preparate in casa” per la questione del botulino che rappresenta sempre un serio problema.

Infine una parola su prodotti surgelati quali pesci, molluschi, crostacei, etc… Questi alimenti surgelati non creano problemi anche se consumati 1-2 mesi dopo la data visto che vengono conservati a temperature molto al di sotto dello “zero” dove l’attività microbica ed enzimatica è fortemente ridotta, ma anche e soprattutto perchè una volta scongelati vanno consumati previa cottura. Al massimo quindi si registrerà una perdita di sapore. Quando si tratta di prodotti ittici surgelati crudi e destinati ad essere mangiati tal quali senza cottura, è conveniente rispettare scrupolosamente il termine minimo di conservazione in quanto non è escludibile il rischio di un’eventuale crescita indesiderata di Listeria. In alternativa si consiglia la cottura che elimina fonti di rischio dovute a crescita microbica. Infine alcune parole in merito al consumo dei prodotti dopo l’apertura delle confezioni. Questa condizione, che inevitabilmente causa un cambiamento delle condizioni di conservazione e conservabilità dell’alimento, deve essere valutata correttamente dal consumatore. Quando si apre una confezione di pelati, di tonno, il succo di frutta e sulla confezione compaiono scritte del tipo “dopo l’apertura consumare entro… giorni” oppure “dopo l’apertura conservare in frigorifero” si va ad alterare lo stato di conservazione dell’alimento. Conviene quindi seguire l’indicazione temporale espressa sulla confezione di vendita, infatti l’apertura della confezione decreta inevitabilmente un aumento della potenziale carica microbica (anche in tempi brevi) e di concerto il decadimento organolettico.

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Fonti e riferimenti per gli aggiornamenti:

NORMATIVA ALIMENTARE®

Informazioni sull’autore: Marco Valerio Francone

© MV CONSULTING srl – Diritti Riservati

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