LINEE GUIDA COVID-19 PER LE AZIENDE ALIMENTARI SECONDA PARTE
Nella prima parte dell’articolo della scorsa settimana abbiamo iniziato l’analisi delle LINEA GUIDA COVID-19 PER LE AZIENDE ALIMENTARI promosse dell’OMS.
Se non sei riuscito a leggere la prima parte dell’articolo puoi trovarlo nuovamente a questo indirizzo, LEGGI QUI.
In questa occasione invece analizzeremo la seconda parte delle linee guida Covid-19 per le aziende alimentari, andando a specificare gli aspetti da affrontare durante il contagio da Coronavirus. In particolare affronteremo i seguenti aspetti:
- Cosa fare in caso di contagio da COVID-19 sul posto di lavoro
ma anche la corretta gestione di:
- Trasporti e consegna di prodotti alimentari
- Locali alimentari al dettaglio
- Espositori alimentari aperti
- Aree di ristoro e refezione del personale

Cosa fare in caso di contagio da covid-19 sul posto di lavoro
La guida parte dal solito presupposto che una qualunque azienda alimentare che abbia un piano di sicurezza alimentare FSMS abbia già una procedura per la gestione del personale, malattia, modalità e tempi di comunicazione e di rientro al lavoro. La comunicazione repentina del proprio stato di salute risulta essere, in questo momento, di vitale importanza. Una comunicazione efficiente e immediata può prevenire la trasmissione del COVID-19 tra i colleghi. In prima istanza, sarà necessario che sia da tutti compreso che, in caso di eventuali sintomatologie associabili a COVID-19, il lavoratore non deve presentarsi sul luogo di lavoro, in modo da evitare di entrare in contatto con persone sane. L’azienda deve quindi permettere la comunicazione dei sintomi per via telefonica e chiamare un medico.
Qualora comunque i sintomi dovessero presentarsi proprio sul posto di lavoro, è necessario che il soggetto venga isolato in un’area separata dagli altri, possibilmente dove possa eventualmente usufruire di un bagno personale e con possibilità di ricambio d’aria. In ogni caso, sarà necessario applicare le linee guida nazionali per comunicare casi o sospetti casi di COVID-19. Tutte le superfici e i locali con i quali il soggetto possa entrare o essere entrato in contatto devono essere puliti e sanificati.
Come disinfettare
I disinfettanti a base alcolica sono sufficienti per le operazioni di pulizia. Studi sulle sostanze chimiche hanno mostrato che quelle a base alcolica hanno una buona capacità di ridurre l’infettività di virus come il COVID-19 in concentrazioni del 70-80%. Allo stesso modo, sono efficaci i disinfettanti comuni quali quelli a basi Sali quaternari d’ammonio e cloro.
Le persone che siano entrate in contatto con colleghi infetti o con superfici contaminate, devono lavare le proprie mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi, preferibilmente seguendo le indicazioni del Ministero e dell’OMS.
Dipendente positivo?
Se un dipendente viene confermato come positivo a COVID-19, sarà necessario avvisare tutte le persone a lui vicine per minimizzare il rischio di ulteriore diffusione. Alcuni esempi di persone vicine al soggetto contagiato nell’industria alimentare, così come definito dall’OMS stessa, sono, ad esempio:
- Persone che sono entrate in contatto diretto o faccia a faccia con il soggetto positivo;
- Chiunque sia stato a meno di un metro dal soggetto positivo
- Chiunque sia entrato in contatto con fluidi corporei del soggetto positivo senza le adeguate protezioni (Dispositivi di Protezione Individuali)
Questi soggetti dovrebbero essere messi in quarantena per 14 giorni dall’ultimo contatto con il soggetto positivo, per verificare lo sviluppo di eventuale sintomatologia. Per quanto riguarda i dipendenti che non rientrano nelle categorie sopra elencate, essi potranno continuare a recarsi al lavoro, sempre utilizzando le dovute precauzioni.

Rientro al lavoro dopo il contagio da covid-19
L’azienda dovrebbe provvedere alla redazione di una politica scritta per il rientro al lavoro dopo il contagio. Le raccomandazioni dell’OMS riportano che un caso confermato può essere considerato guarito e, quindi, essere rilasciato dalla quarantena, solo una volta scomparsi i sintomi e dopo l’esecuzione di due test PCR, a distanza di 24 ore l’uno dall’altro, entrambi risultati negativi. Qualora non sia possibile sottoporvisi, l’OMS raccomanda di attendere almeno 14 giorni dopo la completa scomparsa della sintomatologia del COVID-19.
All’interno della linea guida, l’OMS fornisce anche alcune indicazioni relative ad alcune comuni realtà con le quali è possibile scontrarsi. Nei prossimi paragrafi riporteremo quanto indicato dall’OMS per ridurre e impedire il più possibile la diffusione del virus COVID-19 in alcune situazioni correlate all’industria alimentare.
Trasporto e consegna di prodotti alimentari
Per poter garantire la presenza di prodotti alimentari, un ruolo fondamentale è svolto dai trasportatori, grazie ai quali i beni essenziali, tra i quali gli alimenti, sono rimasti sempre reperibili e disponibili per tutti noi.
Tra le indicazioni dell’OMS, spiccano alcune semplici regole:
- I trasportatori non dovrebbero MAI lasciare il veicolo durante le consegne.
- Ognuno i essi dovrebbe poter avere a disposizione sanificanti a base alcolica per le mani, disinfettanti e asciugamani in carta.
- Sarebbe anche necessario sanificare le mani prima e dopo il passaggio di documenti agli operatori del settore alimentare.
- È promosso e incentivato l’utilizzo di contenitori monouso ma, qualora non fosse possibile, è necessario implementare protocolli di igiene e sanificazione adeguati.
L’OMS fa anche presente che tra le superfici a maggior contatto e, dunque, a maggior rischio per i trasportatori ci sono il volante del mezzo, le maniglie e i telefoni cellulari o altri dispositivi mobili. Inoltre, ad ogni passaggio di merci tra trasportatore e cliente è importante mantenere una distanza fisica di sicurezza e un alto livello di igiene personale, eventualmente anche con l’utilizzo di indumenti protettivi.
Locali alimentari al dettaglio
È proprio questo uno dei settori più a rischio in questa situazione e coloro che dovranno mantenere standard igienici elevati. In primo luogo, perché, al fine di poter rimanere aperti e assicurare la disponibilità di merci, hanno dovuto e devono far rispettare le distanze fisiche, garantendo la sicurezza del proprio personale e dei clienti.
Ricordiamo sempre che l’applicazione degli standard igienici riducono il rischio di trasmissione della maggior parte delle malattie trasmesse per via alimentare. In ogni caso, gli impiegati di queste attività devono essere ben consapevoli dei sintomi del COVID-19, in modo tale da poter essere consapevoli del pericolo nel caso in cui loro stessi o altri dovessero sentirsi male.
Pratiche consigliate dall’OMS
Di seguito alcune misure pratiche riportate dall’OMS per queste attività:
- Regolamentare il numero di clienti all’interno del negozio per evitare il sovraffollamento;
- Posizionare alcuni cartelli o segnali agli ingressi per fare richiesta ai clienti di non entrare all’interno qualora fossero presenti sintomi associabili a COVID-19;
- Gestire le file sia interne che esterne, mantenendo le opportune distanze di sicurezza;
- Fornire alla clientela i disinfettanti per le mani e le salviette usa e getta ed eventuali altri dispositivi di protezione (es. guanti monouso) all’ingresso;
- Utilizzare percorsi segnalati sul pavimento, per mantenere le distanze;
- Annunciare regolarmente alla clientela di mantenere le distanze e di igienizzare le mani frequentemente;
- Introdurre barriere fisiche (es. plexiglass) di fronte alla casse o ai banconi;
- Incoraggiare i pagamenti contactless;
- In caso di utilizzo di borse per la spesa proprie, avvisare la clientela di igienizzare le borse prima di ogni uso.
Anche in queste tipologie di attività, l’OMS richiede di identificare i punti a maggior probabilità di contatto e, dunque più a rischio, i quali dovrebbero essere sempre igienizzati e ai quali è necessario fare particolare attenzione. Alcuni esempi potrebbero essere i vari tipi di carrelli, le maniglie e le bilance (per esempio per frutta e verdura).
Espositori alimentari aperti
Anche in questo caso, sebbene non vi siano prove di correlazione tra alimenti e trasmissione di COVID-19, l’utilizzo di espositori aperti viene percepito come pericoloso da alcuni clienti. In ogni caso è molto importante in questa occasione mantenere alti standard di igiene, compresi standard igienici per clienti e personale e i clienti dovrebbero essere sempre avvisati di consumare eventuale frutta e verdura acquistata previo lavaggio accurato con acqua corrente.
Alcune indicazioni dell’OMS per questa tipologia di attività sono:
- Lavare e sanificare frequentemente le superfici e gli utensili a contatto con gli alimenti;
- Richiedere al personale di provvedere al lavaggio delle proprie mani frequentemente e, in caso di utilizzo di guanti monouso, di cambiarli prima e dopo aver preparato il cibo;
- Fornire ai clienti sanificanti per le mani;
- Utilizzare imballaggi di plastica, cellophane o carta per consegnare gli alimenti, ove applicabile. Anche nel caso di prodotti sfusi, questi devono essere mantenuti in vetrine e imbustati tramite utilizzo di pinze.

Aree di ristoro e refezione del personale
Per quelle attività che continuano a svolgere la propria attività lavorativa, ove siano presenti mense per il personale, l’OMS ricorda nuovamente di applicare tutte le misure di igiene e sicurezza per contrastare il COVID-19. Alcune regole per il personale che faccia uso o che lavori in questi locali, disposte dall’OMS, sono:
- Mantenere la distanza di almeno 1 metro, anche per quanto riguarda la disposizione delle sedute;
- Scaglionare i tempi, anche eventualmente allungando la pausa pranzo, per evitare numeri elevati di personale;
- Evitare il contatto fisico non necessario;
- Affiggere istruzioni ben visibili per il personale che promuovano le buone pratiche di igiene e le distanze fisiche.
L’azienda dovrebbe inoltre stabilire procedure di pulizia e sanificazione degli utensili, dei locali, delle superfici (con particolare attenzione ai punti di più provabile contatto), maniglie e vetrine.
Validità e aggiornamento
Questo documento rappresenta una guida dinamica per le aziende alimentari e l’OMS ricorda che monitorerà la situazione da vicino ed eventualmente provvederà a modificare questa guida, implementandola e revisionandola, qualora necessario. Nel caso in cui non ci fosse necessità di aggiornamento, tale documento avrà validità 2 anni dalla data di pubblicazione.

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Fonti e riferimenti per gli aggiornamenti:
Informazioni sull’autore: Marco Valerio Francone
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