Le Procedure di Ritiro e Richiamo degli Alimenti – PARTE 2
Come redigere un corretto protocollo
La scorsa settimana abbiamo pubblicato la prima parte dell’articolo sulle Procedure di Ritiro e Richiamo degli Alimenti, se non hai avuto occasione di leggerlo, ti invitiamo a farlo a questo link al fine di comprendere meglio i seguenti paragrafi.
Una volta compresa l’importanza delle Procedure di Ritiro e Richiamo degli Alimenti, adesso cerchiamo di capire come implementarle in modo efficace ed efficiente.
Su cosa basare la procedura di Ritiro e Richiamo degli alimenti
Esistono più modelli e metodi per effettuare una corretta analisi dei rischi e tutti contemplano una procedura di salvaguardia per garantire che prodotti non conformi siano gestiti in caso di uscita dagli stabilimenti. Fra le metodiche maggiormente conosciuti ricordiamo:
- Il metodo HACCP
- Il metodo HARPC
- Standard privati di riferimento
- Norme e linee guida nazionali
Che si operi con uno o l’altro sistema o con sistemi in parallelo o integrati, fra i prerequisiti sarà sempre contemplata una procedura di Ritiro e Richiamo sia che considera sia l’alimento che il materiale da imballaggio.
Prima di redigere però una procedura è necessario analizzare alcuni canoni fondamentali ovvero:
- I ruoli e le responsabilità all’interno del sistema
- Il team per la gestione delle emergenze e le sue competenze
- Il ruolo degli stakeholders
- Il metodo di identificazione delle partite
- Il contesto aziendale in cui si opera
La responsabilità in questo tipo di procedure è fondamentale e impatta direttamente sulla capacità di contingentare i tempi. A questo serve il Team che deve essere coordinato da un Team Leder designato.
Se guardiamo ai Team che spesso “troviamo” in azienda ci rendiamo conto che la causa radice o Root Cause sta in una valutazione errata del contesto aziendale sia interno che esterno. Questo, ha risvolti anche sugli stakeholders ed in generale nella gestione delle risorse aziendali e delle capacità di sviluppo.
Il tema del contesto aziendale, del Team e dell’analisi dei rischi rappresenta un punto cruciale della procedura di Ritiro e Richiamo e si lega alla certificazione ISO 9001 , tuttavia può essere applicato anche dove essa non fosse presente.
Non a caso i consulenti MV Consulting Srl investono con i propri clienti molte risorse nell’analisi del contesto aziendale e sulla corretta gestione delle risorse.
Differenze fra ritiro e richiamo
Per fare una distinzione chiara sia nella definizione che nell’applicazione, uno strumento utile nonché cogente e quindi necessario è la nota del Ministero della Salute del 2016 oppure la linea guida per i recall FDA, per il mercato USA , dove sono indicate alcune delle principali informazioni e definizioni, quali ad esempio:
- Effetti immediati sul consumatore
- Effetti a lungo termine sul consumatore
- Definizione di ritiro e richiamo
- Albero decisionale applicativo
Una volta chiarito che cosa è un ritiro e cosa è un richiamo non tanto nelle definizioni ma quanto nell’operatività dei fatti, è necessario creare una specifica procedura interna. Le principali fasi possono riassumersi in:
- Fase 1 – Ricezione della segnalazione;
- Fase 2 – Analisi della segnalazione e convocazione Team di crisi
- Fase 3 – Valutazione del grado di rischio e attivazione delle misure di emergenza in base al grado di rischio. Per questa fase un valido riferimento è il documento EFSA “Risk communication Guidelines”
- Fase 4 – Blocco immediato dei prodotti e applicazione del metodo di rintracciabilità per il ritiro e/o richiamo dei prodotti
- Fase 5 – Comunicazione a tutti i clienti e stakeholders in funzione della gravità
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Informazioni sull’autore: Marco Valerio Francone
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