Inchiostri da stampa per il settore moca – parte 2
Cosa è utile conoscere e cosa è necessario richiedere
Nel precedente articolo Inchiostri da stampa per il settore moca – parte 1 abbiamo iniziato a conoscere meglio questi prodotti e a valutare il loro ruolo nel settore dei materiali a contatto alimentare. Oggi parleremo degli “inchiostri da imballaggio” in termini più utili da un punto di vista della loro idoneità all’utilizzo nel settore dei moca.
Come valutare la conformità ad uso alimentare degli inchiostri da stampa
Il tema degli “inchiostri per alimenti” ritorna spesso nelle riunioni con clienti ma, anche e soprattutto, durante gli audit sia di seconda parte che di terza parte e spesso le sorprese non sono piacevoli.
Vi ricordate la situazione regolatoria per quanto riguarda l’UE? Ne abbiamo parlato nell’articolo precedente. Si tratta di un quadro ancora poco chiaro e questo crea una serie di problematiche sia in fase di qualifica del fornitore e del materiale sia in termini di dichiarazioni di conformità all’utilizzo.
In questo quadro normativo complesso e scarsamente evoluto rispetto ad altri materiali, alcuni Stati membri e associazioni di categoria si sono mosse in autonomia, dettando oltre che regolamentazioni verticali applicabili al paese anche una linea guida di lavoro per la UE che è tenuta a migliorare questa situazione poco chiara.
La posizione Svizzera del DFI
In Svizzera esiste un’ordinanza specifica del DFI emanata il 16 dicembre 2016 che regolamenta gli inchiostri da stampa. Attualmente la Svizzera, pur non essendo uno stato membro, è l’unico paese che dispone di una legislazione in tal senso. La norma elenca in un lista positiva una serie di sostanze utilizzabili per la realizzazione dell’inchiostro da stampa. La lista fa distinzione fra ‘sostanze valutate‘ e ‘sostanze non valutate‘; per queste ultime non vige un divieto ma il limite massimo di trasferimento al cibo è fissato a 10ppb. Di fatto, è un limite di migrazione specifico applicabile agli inchiostri da stampa.
Tuttavia, l’ordinanza svizzera ha un limite ovvero quello di non considerare l’ipotesi di diretto contatto degli inchiostri con l’alimento. Non vi sono riferimenti nemmeno allo scenario, spesso presente nel settore dell’utilizzo degli inchiostri, in cui sia presente una barriera funzionale tra stampa e alimento. L’obiettivo della legge svizzera è infatti regolamentare l’interazione dell’inchiostro di stampa con la superficie esterna del packaging, si tratta quindi sempre di un contatto indiretto.
Per la formulazione degli inchiostri da stampa l’ordinanza Svizzera non impone alcun rilascio di una Dichiarazione di Conformità (DdC) per gli inchiostri da imballaggio ad uso alimentare. Tuttavia, dispone che l’operatore conservi idonea documentazione a supporto in merito alla possibilità d’impiego in ambito alimentare.
Sebbene la legge sia obbligatoria solo in Svizzera, è stata implementata come norma volontaria in tutta Europa per la mancanza di un quadro armonizzato.
La nuova legge tedesca sugli inchiostri da stampa
La Germania in data 8 dicembre 2021 ha emanato un’ordinanza nazionale sui beni di consumo che disciplina gli inchiostri da stampa e le vernici a contatto diretto o indiretto con gli alimenti, la Draft Printing Inks Ordinance. La nuova legge nazionale, similmente all’ordinanza svizzera, pone l’attenzione sugli inchiostri da stampa al fine di colmare, autonomamente, il vuoto normativo UE. Come per la Svizzera, anche la legge tedesca sugli inchiostri da imballaggio prende in considerazione una serie di sostanze chimiche che possono essere utilizzate come materiali a contatto con gli alimenti.
Fra queste sostanze troviamo monomeri, additivi, coloranti, solventi e fotoiniziatori. Inoltre, il decreto tedesco proibisce l’utilizzo di nanoparticelle nella formulazione di inchiostri a meno che non vi sia una valutazione del rischio che dichiari il prodotto sicuro come materiale a contatto con gli alimenti.
La valutazione del rischio deve basarsi come di consueto sui possibili effetti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione (CMR). Ove le sostanze non abbiano un dossier specifico in merito ai potenziali rischi per la salute nonché non vi sia stata effettuata un’attenta analisi, l’utilizzo di inchiostri da stampa ad uso indiretto con superfici alimentari, in Germania, è ammessa solo se la loro concentrazione rilevata nel cibo non è inferiore a 0,01 mg / kg.
Un’altra importante differenza fra il decreto tedesco e l’ordinanza svizzera è che in Germania (che per altro è uno stato membro a tutti gli effetti) il campo di applicazione della norma è più ampio e riguarda gli inchiostri da stampa e altri materiali che hanno un contatto sia indiretto che diretto con gli alimenti e non si limita solo al confezionamento. Ad esempio, in base a questo approccio, anche il settore tissue dei tovaglioli da tavola che possono (e vengono) a contatto con gli alimenti sono interessati. Questo rappresenta una piccola rivoluzione in quanto soprattutto in questo ultimo settore preso ad esempio, la norma UE non è per niente chiara.
Infine, il nuovo decreto prevede che la valutazione del rischio effettuata dai produttori sia valutata e approvata dall’Ufficio federale tedesco per la protezione dei consumatori e la sicurezza alimentare (BfR), senza considerare le disposizioni bilaterali di valutazioni del rischio non nazionali.
La nuova ordinanza tedesca sugli inchiostri da stampa per alimenti prevede un periodo di transizione di quattro o cinque anni e anche un periodo necessario allo smaltimento delle scorte:
- 31 dicembre 2025 per i materiali già stampati a contatto con gli alimenti;
- 31 dicembre 2026 per gli inchiostri da stampa destinati al contatto indiretto con gli alimenti.

Scenario futuro e approccio da parte delle industrie
In tutto il settore vi è molta preoccupazione in quanto in mancanza di una legislazione chiara e armonizzante fra gli Stati membri è plausibile che la legge tedesca sugli inchiostri da stampa non si limiti ad essere applicata verticalmente in Germania ma, probabilmente come lo è stato per l’ordinanza Svizzera, diverrà un altro standard paneuropeo, causando ancora di più un problema in termini regolatori e commerciali fra gli stati.
Sono già almeno 8 gli stati membri che hanno espresso preoccupazione per la nuova norma tedesca proprio per la possibile interruzione del commercio nel mercato interno dell’UE a causa dei limiti di composizione introdotti dalla norma. Non si parla solo dell’industria dei produttori ma anche di tutta li filiera degli inchiostri da stampa e la filiera degli imballaggi ad uso alimentare. Anche l’Unione europea dell’inchiostro da stampa (EuPIA) ha espresso la sua preoccupazione per la mancanza di un quadro unificato fra gli stati sottolineando come sia il “Regolamento svizzero” sia la legge tedesca sugli inchiostri da stampa siano basate solo su uno studio legato alle sostanze chimiche che possono essere utilizzate come materiali a contatto con gli alimenti e non, ad esempio, anche sulla presenza di barriere funzionali fra inchiostri e alimento.
Sempre da alcuni studi condotti da EuPIA, solo il 15% delle sostanze attualmente utilizzate nella formulazione di inchiostri da stampa sono pienamente valutate in merito ad un rischio di una potenziale migrazione verso l’alimento, con conseguente rischio per la salute.
A chi compete la responsabilità legale
Questo tema è sempre molto richiesto in quanto in regime di vuoto normativo o in assenza di una chiara interpretazione della norma, i rischi sono sempre elevati.
Per l’attuale quadro normativo UE applicabile agli imballaggi il responsabile legale verso il consumatore è colui che immette il prodotto sul mercato, ovvero il produttore di alimenti, e non come spesso si crede, il converter o “stampatore” e, meno ancora, la responsabilità legale quindi è del produttore di inchiostri.
È ovvio che un produttore di alimenti potrà riavvalersi sulla filiera in caso di problematiche, ma soltanto perché la scelta del prodotto da imballaggio è stata preventivamente (o avrebbe dovuto essere) effettuata su un’analisi dei rischi (cercare link sul sito MV Consulting) preliminare.
I regolamenti UE, infatti, promuovono nei vari considerando un approccio “responsabile” ai vari operatori proprio per promuovere la sicurezza su tutta la catena produttiva.

MV CONSULTING Srl è una società di consulenza specializzata nel settore alimentare e dei materiali a contatto alimentare a livello internazionale. L’esperienza e la competenza dei suoi consulenti, maturata in contesti industriali, può aiutarti ad affrontare in modo professionale ogni progetto.
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Informazioni sull’autore: Marco Valerio Francone
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