Bisfenolo A: chiarimenti e dubbi
Focus su un contaminante di rilievo in ambito MOCA
Oggi torniamo a parlare del Bisfenolo A, un contaminante che ha un peso importante nel contesto dei materiali a contatto alimentare. Non siamo nuovi a trattare questo argomento, i nostri colleghi di Normativa Alimentare® hanno già trattato il Bisfenolo A nei seguenti articoli:
Torniamo sull’argomento in questa occasione per capire meglio cosa rischiamo.
I rischi del Bisfenolo A: il Bisfenolo A torna periodicamente a destare preoccupazioni e allarmi, non sempre giustificati ma nella maggior parte dei casi pone in essere una valutazione dei rischi. I casi di maggiori preoccupazione per la presenza di Bisfenolo A sono legati al mondo dei materiali a contatto alimentare o MOCA e la sua migrazione potenziale verso l’essere umano.
In passato, è stato il caso dei biberon, delle bottigliette in pvc delle acque minerali, delle lattine in alluminio per le bevande, della carta termica degli scontrini fiscali. Non sono nuovi anche i casi del cartone per pizza.

Che cos’è il bisfenolo A e dove si trova?
Crediamo, almeno per gli addetti ai lavori, che alla domanda “che cosa è il Bisfenolo A” vi sia già più che una risposta, tuttavia riassumiamo in breve che cosa è il Bisfenolo A o BPA o 2,2-bis(4-idrossifenil)propano (n. CAS 0000080-05-7).
Si tratta di una molecola organica composta da due gruppi fenolici vicinali, spesso associata ad altre sostanze e utilizzato soprattutto nella realizzazione di resine e plastiche come il policarbonato dove rappresenta una delle componenti principali. Il policarbonato è, per le sue caratteristiche intrinseche, una delle maggiori plastiche utilizzate per la produzione di recipienti per uso alimentare (bottiglie per acqua minerale e bibite, biberon, stoviglie di plastica e contenitori per riporre alimenti).
Bisfenolo A e i rischi per la salute?
Il dibattito sui rischi per la salute umana derivanti dall’esposizione al BPA si protrae da lungo tempo. Per questo aspetto ti rimandiamo anche all’articolo citato nel primo paragrafo: Bisfenolo A: Ultimo parere EFSA.
Per chi lavora nel settore degli imballaggi alimentari è importante però fare una valutazione critica di questo componente all’interno delle analisi dei rischi, aspetto che spesso si riduce ad una semplice citazione. Se si analizzano bene i vari pareri EFSA e non solo, scopriamo come queste ammettano che il BPA non rappresenta un rischio per la salute della popolazione di qualsiasi fascia di età ma il suo rischio è relazionabile con la “dose giornaliera tollerabile” (DGT) per l’organismo umano (4 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno). L’analisi dei rischi dovrebbe tenere in considerazione anche questo aspetto soprattutto in relazione alla destinazione d’uso del prodotto.

Bisfenolo A: quando siamo esposti al rischio?
Secondo recenti studi condotti sia da EFSA che dalle associazioni dei consumatori (es. Ilsalvangente) gli imballaggi e alimenti associati più esposti al bisfenolo A sarebbero:
Contenitori per alimenti in scatola (alluminio e policabonato);
Contenitori per carne e derivati, anche non scatolati. Il BPA potrebbe confluire nella carne in seguito al contatto con i più diffusi materiali da imballo, attraverso i macchinari produttivi o per contaminazione ambientale nella fase di allevamento (ad esempio, attraverso i mangimi);
Carta termica degli scontrini (risultata essere la seconda fonte principale di esposizione esterna al BPA in età superiore a 3 anni).
Ovviamente tutto deve essere considerato in termini di rischio di esposizione (tempo, durata, quantità).
Bisfenolo A: la normativa di riferimento in UE
il Regolamento 2011/10/EU sui MOCA in plastica, applicazione dell’articolo 5 del Regolamento 2004/1935/CE, ammette la presenza di bisfenolo A nei materiali plastici destinati al contatto con gli alimenti con un limite di migrazione specifica (LMS) di 0,06 mg/kg.
Nel 2018 con il Regolamento 2018/213/EU, che modifica il precedente Regolamento 2011/10/UE, la nuova normativa interviene sul limite di migrazione specifica di BPA, da vernici o rivestimenti applicati a MOCA, riducendolo a 0,05 mg/kg. Inoltre, conferma il divieto di migrazione di BPA nei biberon e lo espande a tutti gli oggetti destinati al contatto con alimenti per infanti (definiti dal Regolamento 2013/609/UE).

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Informazioni sull’autore: Marco Valerio Francone
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